La Corte d’Assise Straordinaria di Bergamo
1945 - 1947
In occasione della conferenza dedicata alla presentazione del fondo archivistico della Corte d’Assise Straordinaria di Bergamo (CAS), promossa da Archivio Bergamasco e tenuta il 6 giugno 2024 negli spazi dell'Archivio di Stato, è stata allestita una mostra documentaria.
La mostra ricostruisce l’attività della CAS, deputata a giudicare e punire il reato di collaborazionismo durante l’occupazione nazifascista nel territorio bergamasco (1945-1947),ed espone documenti e fascicoli esemplificativi dei suoi procedimenti. È visitabile negli orari di apertura al pubblico dell'Istituto, con ingresso libero.
APPROFONDIMENTI
Al fine di valorizzare le carte prodotte dalla CAS, si propongono di seguito alcuni approfondimenti, in progressiva implementazione.
https://asbergamo.cultura.gov.it/eventi-e-mostre/gallerie-fotografiche
Il percorso digitale è diviso in due sezioni. Il primo propone documenti relativi alla costituzione e all’attività della Corte. La seconda è dedicata a figure ed eventi riconducibili alle stragi nazifasciste e ad altri episodi connessi all’occupazione, nella prospettiva del prossimo ottantesimo anniversario della Liberazione.
Le gallerie digitali sono costruite prevalentemente con documentazione individuata all’interno nei fascicoli processuali della CAS. Ove utile alla complessità delle tematiche, sono presenti anche documenti estratti da fondi diversi: Tribunale e Prefettura di Bergamo, Ufficio Patrioti, Distretto Militare di Bergamo e Treviglio
Il percorso, realizzato sulla base della mostra documentaria allestita in occasione della conferenza del 6 giugno 2024, dedicata alla presentazione del fondo archivistico della CAS di Bergamo, propone documenti relativi alla costituzione e all’attività della Corte. Parte della documentazione è stata individuata durante la redazione del profilo storico-istituzionale del soggetto produttore. La parte più consistente è stata individuata all’interno dei fascicoli processuali prodotti dalla Corte durante la sua attività. L’obiettivo è quello di fornire una casistica esaustiva dei procedimenti svolti, in base alla classificazione del reato di collaborazionismo, e delle diverse tipologie documentarie presenti nel fondo.
Introduzione alla Corte d’Assise Straordinaria. Profilo storico istituzionale del soggetto produttore
L’istituzione delle Corti d’Assise Straordinarie – poi CAS, si colloca nel complesso quadro politico-istituzionale che va dalla fine della dittatura alle settimane successive al 25 aprile. Da un punto di vista normativo, il testo vuole imprimere maggiore incisività al processo di epurazione e alla punizione dei crimini fascisti, avviati l’anno precedente con la promulgazione del d.lgs.lgt. 27 luglio 1944, n. 159 Sanzioni contro il fascismo .
Poche ore prima della Liberazione, il governo provvisorio presieduto da Ivanoe Bonomi promulga il d.l.lgt. del 22 aprile 1945 n. 142 Istituzione di Corti straordinarie di Assise per reati di collaborazione con i tedeschi .
Le CAS sono deputate a giudicare gli imputati accusati di collaborazionismo, reato esplicitato dall’art. 5 del d.lgs.lgt. 27 luglio 1944, n. 159 Sanzioni contro il fascismo, cioè chiunque abbia, dopo l’8 settembre 1943, commesso delitti contro la fedeltà e la difesa militare dello Stato, con qualunque forma di intelligenza, corrispondenza, collaborazione col tedesco invasore. L’art. 1 del testo istitutivo delle CAS, co. 1-5, elenca i capi d’imputazione connessi al reato di collaborazionismo, uno dei fenomeni più caratterizzanti dell’occupazione nazifascista. Sono considerati imputabili ministri e alte cariche della RSI e del PFN, membri del TSDS, capi di provincia ed equivalenti, direttori di giornali politici, ufficiali con funzioni politico-militari. Il collaborazionismo è un reato di genere plurale, che comprende tutte le forme di aiuto e sostegno prestate al nemico invasore, dall’aver rivestito funzioni dirigenziali all’interno della RSI, alla partecipazione alle attività delle formazioni militari, alle forme di sostegno prestate dai civili . Le CAS hanno sede in ogni capoluogo di provincia.
Il collegio giudicante è formato da una giuria popolare di quattro membri, presieduta da un giudice, con funzioni di presidente, nominato dal primo presidente della Corte d’appello competente, tra magistrati di grado non inferiore a quello di Consigliere di Corte d’appello. I membri della giuria popolare sono estratti da un elenco, redatto dai CLN locali, di almeno cento nominativi di cittadini maggiorenni, di "illibata condotta morale e politica". I nominativi validi per la compilazione dell’elenco sono indicati dai ricostituiti partiti politici. Comprendono cittadini di diversa estrazione: figure già impegnate durante l’età liberale, esponenti della borghesia, notai, avvocati, commercialisti, medici, protagonisti della Resistenza, studenti, operai. La composizione della corte riflette l’intento del legislatore di promuovere l’esercizio di una giustizia sostanziale e immediata, in risposta soprattutto al desiderio di giustizia diffuso tra larghi strati della popolazione e tra coloro che avevano partecipato attivamente al processo di liberazione.
Le CAS avviano i lavori nel difficilissimo contesto politico-istituzionale della "lunga liberazione", quando ancora risuonano gli ultimi fuochi della guerra e della ritirata delle formazioni nazifasciste ed è vivissimo il desiderio di rivalsa e di vendetta dei civili, contro tutti coloro che, a vario titolo, avevano sostenuto il sistema di occupazione. Inoltre, agiscono nel contesto dei territori occupati fino al 25 aprile, dove la guerra si è manifestata più violentemente, anche nella sua forma civile, e dove la repressione dell’antifascismo e della Resistenza è stata più massiccia e profonda . Le CAS svolgono quindi due ruoli fondamentali, in attesa che il nuovo assetto istituzionale dello stato venga ridefinito. Innanzitutto riconducono l’esercizio della giustizia entro confini codificati e definiti da un impianto normativo che progressivamente le adatterà al contesto, in continua evoluzione, dei due anni a venire. Inoltre contribuiscono decisamente ad arginare la giustizia insurrezionale e privata che si manifesta violentemente nelle settimane successive alla Liberazione .
Le corti opereranno per quasi due anni, fino al 31 dicembre 1947, periodo nel quale si registrano anche interventi normativi che influiranno sulla loro struttura e modificheranno alcuni aspetti della procedura penale.
La chiusura delle CAS è disposta con il d.l.c.p.s. del 26 giugno 1947 n. 529 Cessazione del funzionamento delle corti speciali delle corti d’assise. Il testo stabilisce la sospensione dei processi entro il 31 dicembre 1947.
Le CAS avviano una stagione giudiziaria peculiare che si caratterizza per alcuni tratti distintivi. Innanzitutto il legislatore configura le CAS come uffici giudiziari speciali e transitori. L’azione delle corti si esplica in tre fasi principali: investigativa, istruttoria e dibattimentale. L’apertura delle corti è preceduta da un’intensa attività inquirente: le indagini sono svolte presso l’Ufficio del Pubblico Ministero istituito presso le CAS, in collaborazione con il centro investigativo della Questura. Qui confluiscono le denunce avviate dai CLN locali, dai referenti delle formazioni partigiane, da cittadini coinvolti in eventi riconducibili alle imputazioni per collaborazionismo. Le denunce vengono trasmesse all’ufficio del Pubblico Ministero che formula l’istruttoria e, se non decide per l’archiviazione, compila il decreto di citazione e avvia la fase dibattimentale. I dibattimenti si tengono presso il tribunale cittadino in tempi brevissimi. I primi processi si chiudono nell’arco di poche ore o giorni e la sentenza è promulgata contestualmente all’ultimo dibattimento. A volte, nello stesso giorno, vengono avviati più processi. La stampa locale dedica diverse colonne alle attività delle corti e riferisce dell’ampia partecipazione popolare.
Il ricorso per il giudizio espresso in sentenza può essere presentato presso la Suprema Corte di Cassazione.
L’attività delle corti conosce una consistente riduzione e una modifica sostanziale della procedura, a seguito del decreto presidenziale del 22 giugno 1946 n. 4 “Amnistia e indulto per reati comuni, politici e militari”, noto come "amnistia Togliatti". Il testo del decreto, redatto dal guardasigilli Palmiro Togliatti, estende l’amnistia anche ai reati per collaborazionismo, determinando la fine anticipata dei procedimenti, al termine della fase istruttoria o prima del giudizio in appello.
L’esperienza delle CAS volge al termine il 31 dicembre 1947, poche ore prima dell’entrata in vigore della Costituzione della Repubblica.
La costituzione della Corte d’Assise Straordinaria di Bergamo si colloca nel nuovo contesto della città all’indomani della Liberazione. Il 26 aprile il CLN Bergamo occupa il palazzo della Prefettura. Il 29 aprile gli alleati attraversano la via Broseta. Risuonano gli ultimi fuochi e gli scontri tra le formazioni partigiane che convergono in città e le colonne tedesche in fuga proseguono per diversi giorni. Il carcere di Sant’Agata, nel centro della città alta, si riempie di detenuti; alcune caserme della provincia diventano luoghi di reclusione, in particolare la caserma di Seriate .
Il ripristino della legalità si concretizza nella nomina delle nuove cariche istituzionali:
Presidente del CLN locale, Renato Petrolini;
Vicepresidente provvisorio della provincia, Ferruccio Galmozzi;
Prefetto, Avv. Ezio Zambianchi;
Presidente del Tribunale, Cav. Francesco Giraldi.
In attesa della manifestazione celebrativa per la fine delle ostilità, fissata a Bergamo per mercoledì 9 maggio e nel clima di rinnovata attività delle istituzioni cittadine, viene avviata l’attività giudiziaria.
Il Tribunale di Bergamo riprende a funzionare il 7 maggio 1945, "riallacciandosi alle nobili tradizioni con ogni garanzia per il suo alto magistero".
Le sezioni civile e penale possono continuare le loro funzioni nel centro della città bassa, presso il Palazzo di Giustizia di Piazza Dante Alighieri, al civico 2 .
Nel rispetto di quanto indicato dal quadro normativo, l’Assise Straordinaria è istituita tempestivamente. Il 7 maggio 1945, "Su designazione del sig. Tenente Colonnello David Morley Fletcher, Commissario Provinciale del Governo Militare Alleato, il Presidente della Corte d’Appello di Brescia ha nominato Presidente della Corte Straordinaria di Assise di Bergamo il dott. Artina Gastone e quale sostituto il dott. Geraldi Francesco. Su analoga designazione del predetto Commissario Provinciale il Procuratore Generale della Corte d’Appello di Brescia ha nominato, presso la Corte stessa, Pubblico Ministero Angelo Sigurani, sostituto il Dott. Poidimani Tommaso ed Istruttori i dottori Carnazzi Giovanni e Pizzigoni Giovanni" .
A presiederla è Gastone Artina . Rivestirà la carica fino all’ aprile del 1947, quando sarà sostituito dal consigliere di Corte d’Appello Ugo Benedetti . Svolge funzioni di supplente il Presidente del Tribunale di Bergamo, Francesco Giraldi.
Intanto si delinea la componente popolare del collegio giudicante, sulla base di quanto disposto dalla normativa. I cinque esponenti della giuria popolare sono scelti da un elenco di nomi formulato dal CLN provinciale. L’elenco costituisce l’esito delle liste compilate dalle sezioni bergamasche dei rifondati partiti politici: il Partito Comunista, la Democrazia Cristiana, il Partito d’Azione, il Partito Liberale fanno pervenire, entro l’8 maggio, i nominativi dei cittadini proposti per far parte delle giurie popolari .
Il CLN di Bergamo compila un elenco di 137 nominativi. L’elenco dei cittadini proposti a comporre la giuria popolare riflette l’estrazione sociale dei candidati: notai, commercialisti, ufficiali, con operai, agricoltori, commercianti e studenti. Chiara è anche l’estrazione politica. Alcuni di loro comparivano negli elenchi della Questura durante la dittatura, segnalati come Persone pericolose per la sicurezza nazionale:
2. Colombelli Antonio, 9. Monguzzi Piccardo, 10. Minardi Luigi, 14. Varini Ubaldo, 35. Fumagalli Carlo, socialista, 54. Villa Mario, Avvocato, 81 Tadini Giulio, 87. Vico Giovannelli, di professione commercialista, socialista, 88. Gavazzeni Arturo, comunista, 92. Leidi Antonio, Notaio, poi antifascisti e protagonisti della Resistenza. - 99 Mario Invernicci (partigiano).
Accanto al numero 57 dell’elenco, è riportato il nome di Carlo Cremaschi che siederà alla Costituente e, come Deputato, alla prima legislatura.
L’avvio dei lavori è preannunciato da Francesco Giraldi, Presidente del Tribunale, sulla stampa locale: "La Corte d’Assise straordinaria, recentemente istituita per giudicare i reati fascisiti …terrà la sua prima udienza il 1° giugno 1945 al Palazzo di Giustizia" .
Intanto gli organi deputati alla cattura dei collaborazionisti e alla raccolta delle denunce e delle testimonianze per la produzione delle istruttorie, operano per consegnare alla giustizia i colpevoli. Il principale luogo di detenzione è il Carcere di Sant’Agata. A questo si aggiunge la Caserma di Seriate, centro di reclusione e sede distaccata dell’ufficio investigativo della Questura Carcere di Seriate .
Il Procuratore Angelo Sigurani lavora alla redazione delle istruttorie. Considerato che "è assolutamente necessario, perché il popolo abbia la precisa sensazione che la giustizia è in moto… e in conformità al perentorio ordine del Comando Militare Alleato, che il primo giugno le Corti straordinarie di Assise comincino a lavorare", sollecita il CLN, la Questura e il Comando Carabinieri a trasmettere, entro il giorno 17, le denunce raccolte per concludere la fase preliminare all’avvio dei procedimenti .
Poche ore prima del primo dibattimento, lo stesso Sigurani esprime "fermo intendimento che la giustizia per i crimini fascisti abbia rapido svolgimento" sulle colonne del Giornale del Popolo .
I lavori della corte sono preceduti da una attività istruttoria svolta dall’Ufficio del Pubblico Ministero. Le indagini relative ai reati di collaborazionismo sono svolte dalla Questura tramite e l’Ufficio Investigativo con sede presso il Carcere di Sant’Agata di Bergamo e la Caserma di Seriate, istituti deputati alla reclusione degli imputati catturati nei giorni a cavallo della Liberazione e nei mesi successivi. La Questura raccoglie la documentazione anagrafica e certificazione penale degli imputati, redige le dichiarazioni delle parti lese e dei testimoni, compila il verbale di denuncia e trasmette all’Ufficio del Pubblico Ministero tutte le sottoscrizioni. Il Pubblico Ministero produce l’istruttoria necessaria all’avvio della fase dibattimentale. I processi si svolgono presso la Corte straordinaria d’Assise, nella sede del Tribunale di Bergamo. La fase dibattimentale è molto breve, più processi vengono avviati negli stessi giorni delle settimane estive. La maggior parte si conclude nell’arco di poche sedute e la sentenza viene contestualmente allo svolgimento dell’ultima udienza.
All’avvio dei lavori, la Corte risulta così composta:
Presidente, Gastone Artina. Giuria popolare: Avv. Tadini Guido, Ing. Cattaneo Francesco, Togni Carlo, Pezzotta Luigi.
L’avvio dei lavori è preannunciato da Francesco Giraldi, Presidente del Tribunale, sulla stampa locale: "La Corte d’Assise straordinaria, recentemente istituita per giudicare i reati fascisiti …terrà la sua prima udienza il 1° giugno 1945 al Palazzo di Giustizia" .
Intanto gli organi deputati alla cattura dei collaborazionisti e alla raccolta delle denunce e delle testimonianze per la produzione delle istruttorie, operano per consegnare alla giustizia i colpevoli. Il principale luogo di detenzione è il Carcere di Sant’Agata. A questo si aggiunge la Caserma di Seriate, centro di reclusione e sede distaccata dell’ufficio investigativo della Questura Carcere di Seriate .
Il Procuratore Angelo Sigurani lavora alla redazione delle istruttorie. Considerato che "è assolutamente necessario, perché il popolo abbia la precisa sensazione che la giustizia è in moto… e in conformità al perentorio ordine del Comando Militare Alleato, che il primo giugno le Corti straordinarie di Assise comincino a lavorare", sollecita il CLN, la Questura e il Comando Carabinieri a trasmettere, entro il giorno 17, le denunce raccolte per concludere la fase preliminare all’avvio dei procedimenti .
Poche ore prima del primo dibattimento, lo stesso Sigurani esprime "fermo intendimento che la giustizia per i crimini fascisti abbia rapido svolgimento" sulle colonne del Giornale del Popolo .
I lavori della corte sono preceduti da una attività istruttoria svolta dall’Ufficio del Pubblico Ministero. Le indagini relative ai reati di collaborazionismo sono svolte dalla Questura tramite e l’Ufficio Investigativo con sede presso il Carcere di Sant’Agata di Bergamo e la Caserma di Seriate, istituti deputati alla reclusione degli imputati catturati nei giorni a cavallo della Liberazione e nei mesi successivi. La Questura raccoglie la documentazione anagrafica e certificazione penale degli imputati, redige le dichiarazioni delle parti lese e dei testimoni, compila il verbale di denuncia e trasmette all’Ufficio del Pubblico Ministero tutte le sottoscrizioni. Il Pubblico Ministero produce l’istruttoria necessaria all’avvio della fase dibattimentale. I processi si svolgono presso la Corte straordinaria d’Assise, nella sede del Tribunale di Bergamo. La fase dibattimentale è molto breve, più processi vengono avviati negli stessi giorni delle settimane estive. La maggior parte si conclude nell’arco di poche sedute e la sentenza viene contestualmente allo svolgimento dell’ultima udienza.
La Corte termina i lavori il 24 novembre 1947 .
Fonti normative
d.lgs.lgt. 27 luglio 1944, n. 159 Sanzioni contro il fascismo
d.lgs. lgt. 22 aprile 1945, n. 142 Istituzioni delle Corti straordinarie di assise per i reati di collaborazione con i tedeschi
d.lgs.lgt. 2 agosto 1945, n. 466 Modificazioni al d.lgs.lgt. 22 aprile 1945, n. 142 sulla istituzione di corti straordinarie di assise per i reati di collaborazione con i tedeschi
d.lgs.lgt. 12 aprile 1946, n. 201 Testo unico delle disposizioni per la punizione dei delitti fascisti e per la repressione delle attività fasciste
d.lgs. lgt. 31 maggio 1946, n. 560 - Riforma dell’ordinamento della Corte di assise
decreto presidenziale 22 giugno 1946, n. 4 Amnistia e indulto per reati comuni, politici e militari (nota come amnistia Togliatti)
d.l.c.p.s. 18 marzo 1947, n. 140 Proroga dei termini di funzionamento delle Sezioni speciali delle corti di assise
d.l.c.p.s. 26 giugno 1947, n. 529 Cessazione del funzionamento delle corti speciali delle corti di assise