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Archivio di Stato di Bergamo

Quando il fiume si portò via i ponti. L’alluvione del 18 luglio 1987 in Valle Brembana nelle carte della Prefettura di Bergamo

In occasione dell’anniversario della grave alluvione della Valle Brembana avvenuta il 18 luglio 1987, l’Archivio di Stato di Bergamo ricorda questo tragico evento pubblicando alcuni documenti tratti dal fondo della Prefettura di Bergamo, ente che coordinò la reazione delle forze mobilitate per fronteggiare l’emergenza, effettuando, stando alla definizione delle cronache del tempo, la “prima vera azione di protezione civile non simulata” nel territorio provinciale.

Alta Valle Brembana, luglio 1987. La stagione turistica sta per toccare il suo culmine nei paesi lungo i rami del Brembo; i numerosi turisti si mescolano agli abitanti e cominciano ad affollare le località di villeggiatura. Ma all’ombra delle Orobie bergamasche, così come sulle vicine Alpi valtellinesi, l’estate è contrassegnata sin dal principio da rovesci e temporali di notevole consistenza. Alla metà del mese infatti, soprattutto per la Valtellina, i dati del meteo parlano di precipitazioni di eccezionale intensità, dovute alla concomitanza di diversi fattori atmosferici, concentrate nell’arco di pochi giorni.

Sabato 18 luglio, tra le 16 e le 17, la Valtellina e l’alta Valle Brembana, in particolare il ramo del Brembo di Olmo, sono colpite da un violento nubifragio, con probabile epicentro a Ponte dell’Acqua (Mezzoldo), che determina l’esondazione dei corsi d’acqua, frane, smottamenti del terreno fradicio per le precipitazioni dei giorni precedenti. L’acqua, mista a fango e carica di grosse quantità di tronchi e detriti, si abbatte pesantemente su strade, ponti e infrastrutture in molti dei Comuni della Valle (numerosi ponti vengono travolti, la SS 470 frana in più punti risultando impraticabile), ma anche su abitazioni e persone.

Il Prefetto Michele Barile sorvola in ricognizione la zona colpita, dispone di costituire un Centro operativo misto - COM, distaccato nel Comune di Piazza Brembana, comprendente rappresentanti degli enti locali e delle forze dell’ordine, con a capo il Viceprefetto Sebastiano Di Marco, avente il compito di coordinare le azioni di soccorso e di tenere i collegamenti con i Comuni della Valle. Proprio le comunicazioni e i collegamenti rappresentano i problemi principali: venuta meno la rete telefonica a causa dell’abbattimento dei cavi, diventano essenziali i ponti radio; compromessa la viabilità a causa del cedimento delle sedi delle strade principali, risultano fondamentali gli elicotteri messi a disposizione da forze dell’ordine e altri enti.

Già pochi giorni dopo la piena, con il progressivo miglioramento delle condizioni atmosferiche, le conseguenze dell’evento appaiono estremamente gravi: per i danneggiamenti alla viabilità e alle infrastrutture del territorio (ponti da ricostruire, la SS 470 da ripristinare in numerosi punti), per le difficoltà patite dalle sue realtà economiche soprattutto nel settore turistico, ma anche industriale e agricolo, per la perdita di vite umane (complessivamente cinque, tra deceduti e dispersi, tutti tra i 15 e i 35 anni di età). La reazione all’emergenza tuttavia è efficace e la ripresa della Valle, grazie anche alle risorse finanziarie messe in campo da Stato e Regione Lombardia, sembra potersi avviare in breve tempo.

Subito dopo l’alluvione l’Ordine nazionale dei geologi pubblicherà un comunicato attribuendo la responsabilità delle tragiche conseguenze del nubifragio in Lombardia allo stato di utilizzo improprio di fiumi e torrenti, all’urbanizzazione selvaggia, ai condoni edilizi, alla deliberata mancanza dell’applicazione del Decreto del Ministero dei lavori pubblici del 1981, che vietava l’edificazione lungo le vie di deflusso delle acque, nonché alla mancanza di un piano organico per la difesa del suolo. (fonte: La furia del Brembo ..., 2017, pag. 18).

Passati i giorni della piena e degli interventi di soccorso, comincia l’opera di ripristino delle strutture danneggiate, che proseguirà per mesi, in realtà non senza polemiche e ritardi, sin dal 20 luglio 1987, data del primo decreto legge con lo stanziamento dei fondi necessari per affrontare l’emergenza. Seguirà una serie di provvedimenti legislativi, statali e regionali, con lo scopo di favorire la ricostruzione, fino alla Legge 102/1990, la cosiddetta “Legge Valtellina”, che conferirà ingenti finanziamenti per il riassetto idrogeologico dei territori colpiti dall’alluvione, e le successive leggi regionali di attuazione.

 

Bibliografia

Centro Storico Culturale Valle Brembana, La furia del Brembo. Documenti, testimonianze e immagini sull’alluvione del 18 luglio 1987, Bergamo, Corponove 2017

Felice Riceputi, Storia della Valle Brembana. Il Novecento, Museo etnografico Alta Valle Brembana Valtorta, Bergamo, Corponove 1997

 

Progetto: Lucia Citerio, Alessandro Ruzzon
Realizzazione: Lucia Citerio, Domenico Giampa', Alessandro Ruzzon, Carmelo Ventre
Referenze fotografiche: Domenico Giampa', Alessandro Ruzzon



Ultimo aggiornamento: 05/08/2025